Questo dipinto, concepito come un duetto visivo, trae ispirazione dalla leggendaria maschera d’oro attribuita a Ishtar, dea dell’amore e della guerra dell’antica Babilonia.
Nella prima immagine, Ishtar sorride: il suo volto riflette la fierezza e la soddisfazione per la prosperità, la raffinatezza e la grandezza culturale che un tempo caratterizzavano il suo vasto impero.
Nella seconda, invece, i suoi occhi sono chiusi. Dopo aver contemplato lo stato attuale della Mesopotamia — terra dilaniata da guerre, distruzioni e abbandono — ha scelto di non vedere, come in un gesto di dolore muto e di rifiuto verso lo scempio del presente.
Questo dipinto, concepito come un duetto visivo, trae ispirazione dalla leggendaria maschera d’oro attribuita a Ishtar, dea dell’amore e della guerra dell’antica Babilonia.
Nella prima immagine, Ishtar sorride: il suo volto riflette la fierezza e la soddisfazione per la prosperità, la raffinatezza e la grandezza culturale che un tempo caratterizzavano il suo vasto impero.
Nella seconda, invece, i suoi occhi sono chiusi. Dopo aver contemplato lo stato attuale della Mesopotamia — terra dilaniata da guerre, distruzioni e abbandono — ha scelto di non vedere, come in un gesto di dolore muto e di rifiuto verso lo scempio del presente.
La copertina del catalogo "La terra tra i due fiumi, venti anni di archeologia italiana.
La Mesopotamia dei tesori".
Il Quadrante Edizioni, Torino1985
L'artista è stata ispirato dalla maschera di Ishtar la dea dell'amore e della sessualità e, quindi, della fertilità; è responsabile di tutta la vita, ma non è mai una dea madre. In quanto dea della guerra, viene spesso mostrata alata e con le armi.
La maschera di Ishtar è stata modificata digitalmente per poter dipingere il dittico Ishtar, 2016.
Dagli occhi aperti per lo stupore della bellezza dei tempi antichi, agli occhi chiusi come a non voler vedere gli scempi della contemporaneità
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